Non so se capita anche a voi, ma ci sono alcune cose che ti portano indietro nel tempo e ti trasmettono sensazioni già vissute, assaporate, familiari. Ciò che aziona questo rewind può essere un odore, un sapore, un oggetto che era del tuo quotidiano e lo rivedi sotto nuova forma.
A me è accaduto con i tappeti di Sukhi. Stavo cercando un tappeto per una mia cliente, che non fosse troppo delicato per via dei suoi bambini ancora piccoli, ma che fosse adatto all’ambiente colorato che avevo pensato per lei. Poi mi arriva una mail, una nuova azienda si stava presentando e il prodotto erano proprio i tappeti. Curiosa andai subito a vedere e tra le varie tipologie trovai una produzione fatta in Nepal. Osservai meglio il sito e fu subito chiaro che il Brand Sukhi proponeva prodotti di qualità, fatti a mano, ad un costo contenuto perché senza passaggi intermedi (cioè dal produttore al consumatore) e soprattutto dava un lavoro più che rispettabile ai propri dipendenti. Questo è un fattore per me fondamentale, soprattutto quando il prodotto viene realizzato in quelle parti del mondo che non vivono certamente il benessere di molti paesi europei e non. Potete leggere meglio qui la loro filosofia.
Ma torniamo a noi. Il tappeto per la mia cliente l’ho trovato, ho potuto personalizzare la dimensione e i colori, in modo che si abbinasse perfettamente all’ambiente. Ho scelto un tappeto della linea tappeti di palline, in feltro, resistente e, come voleva la cliente, che evocasse un prato fiorito.
Dopo questa premessa che vi ho voluto raccontare, per riprendere il discorso su sensazioni rievocate, inizio ad analizzare tutte le collezioni, veramente favolose e con un design che amo molto. Ad un certo punto mi imbatto sui TAPPETI INTRECCIATI in feltro e in lana. Dovete sapere che la mia infanzia è stata molto influenzata dai gusti dei miei genitori. Due persone estremamente creative, che pur avendo lavori normali, riuscivano a realizzare con le loro mani cose straordinarie. Mia mamma ad esempio è abilissima a cucire e a lavorare a maglia e quando ero bambina, se non aveva in mano i compiti di italiano da correggere aveva ago e filo o lana e ferri. Posso dire di essere cresciuta tra Dante Alighieri e gomitoli :-).
Così quando ho visto queste lavorazioni ne sono rimasta incantata. I colori di entrambe le collezioni sono basici, naturali, come la terra o la pietra. E in tutta la loro semplicità è proprio la trama ad essere la protagonista, ad affascinarmi a portarmi indietro nel tempo.
via Sukhi
via Sukhi
E non solo quelli intrecciati in lana, ma anche in feltro. Chi ha imparato a conoscermi sa che sono una bolzanina cresciuta a Siracusa. Con Bolzano ho tutt’oggi un forte legame e tra i vari materiali che fanno parte di questa città e della mia infanzia ci sono sia il legno, che il feltro. Ogni viaggio era un portarsi a casa una spilla, una borsa, anche solo un pezzo di stoffa per realizzare qualcosa di nuovo.
via Sukhi
via Sukhi
I tappeti intrecciati Sukhi sono belli da vedere, da toccare, sembrano delle coperte su cui ci si può sdraiare e coccolarsi.
via Sukhi
via Sukhi
via May Garbatella
Sono artigianali, ma rifiniti in ogni dettaglio.
via Sukhi
Adatti a qualsiasi ambiente della casa.
via Villa Kotiranta
via Keskipiste
Come avete capito adoro questa collezione, ma anche le altre hanno un sapore unico, come la gente che li realizza, come ogni oggetto nato dalle mani sapienti, attente, piene di amore e tradizione di questi popoli.
E voi, qual è il vostro Sukhi?