Buon lunedì! Ahimè di nuovo pioggia, ma con questo articolo vi darò una sferzata di energia!
Come già sapete, se mi avete seguita su Facebook o Twitter, ho fatto un giro all‘Homi.
E’ stato un tour dettato dall’istinto, nessun piano particolare, e sono molto contenta di questo.
Prima di tutto perchè mi sono trovata in situazioni che nascevano con molto spontaneità e poi perchè mi ha dato l’occasione di vedere realtà e conoscere persone, che con un obbiettivo mirato non avrei mai vissuto.
E tra queste c’è Roberta Licini, knitwear designer, approdata nell’emisfero casa dal fashion.
Ho notato subito che le sue creazioni raccontavano qualcosa di diverso. Forse perchè amo i colori, apprezzo le persone che osano con gli accostamenti, con le forme.
Poche parole e ci siamo piaciute. Ho chiesto di inviarmi del materiale, volevo sapere di più su questa donna che si era messa in gioco con una nuova esperienza, che ci ha messo la faccia creando dei prodotti tutti suoi.
Così con poche domande sono entrata nel suo mondo.
F.P.: Come è nata la passione per l’interior design?
R.L: La mia passione per “l’Interior Design” sicuramente precede il mondo del “Fashion”.
È proprio durante gli Studi a Roma (Accademia di Moda e Costume) e alcuni viaggi (Europa del Nord), che la mia curiosità si è alimentata con occhio attento e sensibile, alla ricerca di elementi riguardanti il “concetto e forma”: espressioni del design a vari livelli e culture diverse. Moda e Design in un percorso di relazione, due strade parallele, dove l’approccio innovativo segue canoni estetici che creano uno stile di vita e un mondo di riferimento.
In una realtà dominata dall’immagine, ho sempre cercato di dare un senso estetico all’oggetto, con un significato nell’utilizzo e soddisfazione del prodotto.
Questo concetto spesso difficile da tradurre, ha fatto si che mi scontrassi varie volte con alcune problematiche del settore moda nelle sue contraddizioni, nella chiusura di stereotipi, in compromessi.
La ricca esperienza dettata nel rapporto con alcuni Brands, dagli esordi come Responsabile Prodotto donna/uomo ( Katharine Hamnett, Les Copains, Ferrè, Fendi), poi come designer di maglieria ( Malo, Strenesse, Ballantyne, C.Fissore, Maliparmi), ha costituito un processo di ricerca del dettaglio e particolari del prodotto, vivendo le differenti fasi di progettazione: dall’ideazione alla realizzazione del capo in tutte le sue declinazioni.
F.P.: Con quali aziende del fashion hai lavorato? C’è uno stilista che ti ha ispirato di più?
R.L: In questi anni trascorsi, vitali tumultuosi e di cambiamenti, ho cercato di avere dei riferimenti per me importanti. Punti fermi che hanno significato delle svolte in espressioni di Stile: Romeo Gigli per l’interpretazione del colore/forma, Martin Margela nell’uso del materiale “povero” e la sua destrutturazione/modello, Jil Sander con Raf Simon, per la pulizia sofisticata della linea e l’armonia del particolare.
La mia passione è stata educata comunque dagli studi e riferimenti dell’Arte: penso all’emozione e il concetto di perfezione nell’interpretare lo spazio di Piero della Francesca, il colore che si contestualizza teatralmente in Caravaggio, Cezanne e il meraviglioso tocco cromatico della pennellata-segno, le plastiche “Nature morte“ di Morandi, con la sua isolata e ossessiva ripetività dell’oggetto in una palette di colore rarefatto, opaco, che crea una sospensione nel silenzio degli elementi.
F.P.: Ami delle forme o dei colori in particolare?
R.L: Stranamente, oggi non ho un colore preferito: in natura mi piacciono tutti…penso all’arcobaleno, alla bolla di sapone…sicuramente ci sono colori che sento con minore intensità: alcuni toni del turchese, dell’arancio, del viola. Per gli Interni prediligo, in base ai materiali, il non-colore: il bianco nelle sue declinazioni per tessuti e pareti, i differenti grigi delle pietre, le varietà del color legno, il colore del cotto e del mattone…ma con gli accessori ben venga il COLORE. E dal il colore sono ripartita x questo nuovo progetto di accessori d’arredo.
E’ un progetto creativo in movimento, un modo originale e alternativo nell’interpretare “The Classic Blancket”, combinato alla tradizione del Design Italiano.
Soluzione dal forte impatto visivo con un senso di comfort nella forma, materia e colore che esprimono stile e qualità. Un lavoro di ricerca con un concetto moderno, piacevole, non pretenzioso, ma accattivante e raffinato.
Una mini collezione di plaid, cuscini e tappeti in maglia 100% lana cardata, realizzata con la tecnica dello jacquard, intarsio, lavorazione punti.
Ogni pezzo creato vuole essere un soggetto armonioso da vivere.
Potete contattare a breve Roberta sul suo nuovo sito http://www.robertalicini.com/. Per il momento cliccate qui. Sulla sua pagina Facebook invece potete vedere in tempo reale le sue creazioni.
Immagini donate da Roberta Licini e rielaborate da ArchitettaMi.